lunedì 20 dicembre 2021

L'uomo nel mirino (1977)


Uno dei film di Clint Eastwood più insoliti è L'UOMO NEL MIRINO del 1977, un periodo in cui l'attore americano stava cominciando a mettersi in gioco anche come attore di commedia. Questo film, sulla falsariga del precedente UNA CALIBRO 20 PER LO SPECIALISTA, è un action comedy che spiana la strada a quelli che poi saranno tre capolavori del filone comico di Clint, ossia FILO DA TORCERE (1978), FAI COME TI PARE (1980) e PINK CADILLAC (1989) (in mezzo c'è anche GUNNY, volendo) ma privilegia più l'azione che le risate. E' uno dei più insoliti di Clint perchè il suo personaggio non è un superuomo, ma un poliziotto semi-alcolizzato, senza più nessuna prospettiva, con un lavoro noioso dove però è ancora considerato in gamba. Proprio per questo gli viene affidata la scorta da Las Vegas a Phoenix di una testimone (Sondra Locke), una prostituta che dovrà deporre in tribunale come teste di affari di mafia. Ma lungo il cammino ci saranno agguati e inseguimenti, con un numero spropositato di pallottole sparate e un buon numero di morti.
Il film in sè si lascia vedere molto piacevolmente, è un action "on the road" tra le highway dell'Ovest e il deserto dove l'adrenalina non manca, eppure sarà il finale troppo esagerato a far perdere gran parte dell'hype nello spettatore. E anche per questo è un film atipico di Clint, che è sempre stato un regista solidamente realista. Nel finale di questo film Clint e Sondra entrano a Phoenix con un autobus blindato che lungo il percorso viene letteralmente fatto a pezzi da migliaia di colpi sparati dai poliziotti e dai cecchini piazzati lungo le strade. Diverse incongruenze, anzi veri e propri errori fattuali (come il non sparare alle gomme, il non uccidere la coppia una volta scesa dal bus nonostante avessero tentato di farla a pezzi fino ad un secondo prima, il non far finita la questione con il lancio di una bomba o granata all'interno del bus, ecc.) lasciano lo spettatore a bocca aperta per il semplice fatto che i precedenti 70 minuti erano stati all'insegna dell'action classico senza esagerazioni troppo spiazzanti. Invece c'è uno stacco netto con i minuti finali che sebbene concluda la vicenda, non riesce a chiudere il film in modo omogeneo dando l'impressione di vedere una normale berlina partecipare ad un gran premio e vincerlo all'ultimo giro viaggiando a 400 km/h.
Anche la locandina si accoda al tono esagerato e il disegno di Frank Frazetta è più da film post-apocalittico, con un Clint muscolosissimo, il bus semidistrutto alle sue spalle e detriti un po' dappertutto ai suoi piedi.
Eppure a Clint tutto ciò piacque e il film, sebbene non un blockbuster, si guadagnò parecchi pareri favorevoli dalla stampa.

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