lunedì 21 novembre 2022

L’uomo dei ghiacci (2021)


Continua inarrestabile il percorso di Liam Neeson nel genere action. Per fortuna lui, a differenza di Bruce Willis, finora ha saputo scegliere produzioni di una certa importanza o comunque di un certo interesse. Questo L’UOMO DEI GHIACCI non è proprio il film più interessante che ha fatto, però. Un trasporto con tre camion di materiale minerario indispensabile per salvare le vite di 26 minatori rimasti imprigionati nel sottosuolo del Canada artico si trasforma in un’odissea quando il convoglio deve percorrere (e superare) una pericolante strada di ghiaccio. Con un debole intrigo di fondo, il film fa leva su un po’ di effetti speciali (un po’ poco speciali) e sulle esperte spalle di Liam Neeson, che in questa storia fa da “badante” al fratello, soldato veterano affetto da afasia post-traumatica.
Il percorso dal Nord Dakota verso la miniera a nord del Canada si rivelerà ricco di imprevisti, per cui effettivamente non ci sono veri e propri momenti di noia, però il film sembra assestato su un livello fisso di ritmo e azione senza nessun particolare sussulto o colpo di scena, nemmeno quando si scopre chi effettivamente sono gli autori del sabotaggio. Anche le parti che dovrebbero essere più adrenaliniche vengono risolte in poco tempo e con il minimo sindacale d’azione (che Liam non ce la faccia più come un tempo?). L’unica cosa per cui lo spettatore può parteggiare è la vicenda del fratello.
Beh, alla fine della fiera L’UOMO DI GHIACCIO è interessante più per il contesto e l’ambientazione che per la storia e la regia. Un fiacchissimo intrigo su una storia thriller abbastanza sempliciotta non può spiccare nemmeno se c’è Neeson a guidare l’avventura.

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