Un buonissimo thriller, tra giallo, poliziesco e vendetta. Di sicuro non originalissimo, specie nel protagonista (un padre alcolizzato che continua a cercare la figlia scomparsa da cinque anni), e alcuni punti vengono dati per scontati e mai spiegati, ma si difende bene e ci fa entrare in un mondo cupo e violento nascosto nel profondo della provincia americana. E proprio quest’ultima, a mio avviso, è il punto forte del film: un’ambientazione quasi isolata, una minuscola cittadina sperduta tra i boschi di una riserva indiana (in realtà è il Canada, ma va benissimo lo stesso), dove piove e fa freddo, a sottolineare la squallida vicenda che i personaggi devono affrontare, in un’atmosfera costruita alla perfezione. Alla fine ne esce un film crudo e asciutto, senza compiacimenti e con l’essenziale da vedere e da sentire: una storia di vendetta con buoni momenti e personaggi ridotti all’osso ma che funzionano, fino ad un finale comprensibile (se non auspicabile) e, volendo, anche coraggioso, dato il conosciutissimo perbenismo americano. Unica nota stonata è la motivazione del serial killer, senza dubbio una delle più ridicole mai sentite in un film! In quel momento (che è la fine, sostanzialmente), il film cede un po’ ma una bella sufficienza piena se la merita. Promosso.
mercoledì 2 ottobre 2024
The Silencing – Senza voce (2020)
Un buonissimo thriller, tra giallo, poliziesco e vendetta. Di sicuro non originalissimo, specie nel protagonista (un padre alcolizzato che continua a cercare la figlia scomparsa da cinque anni), e alcuni punti vengono dati per scontati e mai spiegati, ma si difende bene e ci fa entrare in un mondo cupo e violento nascosto nel profondo della provincia americana. E proprio quest’ultima, a mio avviso, è il punto forte del film: un’ambientazione quasi isolata, una minuscola cittadina sperduta tra i boschi di una riserva indiana (in realtà è il Canada, ma va benissimo lo stesso), dove piove e fa freddo, a sottolineare la squallida vicenda che i personaggi devono affrontare, in un’atmosfera costruita alla perfezione. Alla fine ne esce un film crudo e asciutto, senza compiacimenti e con l’essenziale da vedere e da sentire: una storia di vendetta con buoni momenti e personaggi ridotti all’osso ma che funzionano, fino ad un finale comprensibile (se non auspicabile) e, volendo, anche coraggioso, dato il conosciutissimo perbenismo americano. Unica nota stonata è la motivazione del serial killer, senza dubbio una delle più ridicole mai sentite in un film! In quel momento (che è la fine, sostanzialmente), il film cede un po’ ma una bella sufficienza piena se la merita. Promosso.
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