sabato 28 gennaio 2023

Matthew Reilly – Ice Station (1998)


Come mi sembra più che evidente, sono un grande fan dei film d’azione americani. Più volte ho detto che non m’importa della caratterizzazione dei personaggi quando c’è abbastanza azione e suspense a compensare. Ok. Tutto questo in un film, che mediamente dura un paio d’ore, di solito funziona. Ma funziona molto meno in un romanzo di oltre 500 pagine. In quest’opera di Matthew Reilly, romanziere australiano di puro action, c’è una tale quantità di azione che forse lascerebbe a bocca aperta Bruce Willis. E questo va bene. Il problema è che poi se ne ha abbastanza. Anzi troppa. Ma, nel caso di ICE STATION, non è tanto questo, quanto il fatto che ad un certo punto – dopo un centinaio di pagine, o poco più, che ben promettevano – le scene diventano un campo di battaglia di coincidenze e deus ex machina. E cioè i killer di qualsiasi opera narrativa. Passi l’eroe invincibile (e ci sta), passi anche qualche situazione un po’ troppo esagerata (e ci sta), ma i salvataggi a culo e nei modi più impensabili no, mi dispiace. Non è possibile che in ogni situazione dove l’eroe è a 1 cm dalla morte arrivi sempre qualcosa a salvarlo casualmente e puntualmente. In un libro di un paio di centinaia di pagine, anche trecento, la cosa riuscirebbe a stare nel suo, forse non diventerebbe stucchevole. Ma poi si salta il fosso e diventa, più che divertimento, o una spina sotto l’unghia oppure una barzelletta. Il lettore comincia a sospirare, a ridere e a contare il numero di pagine rimaste da leggere, sperando siano poche. ICE STATION è questo. Pagine continue di azione su una storia banalotta (anche se con un’ambientazione insolita, ostile e ricca di pericoli, e con un paio di colpi di scena niente male) non molto aiutata da uno stile senz’altro efficace ma quasi anonimo (ma questo potrebbe anche essere un pregio, o almeno non un difetto). Se facciamo un confronto tra questo e CORRIDORE NELLA PIOGGIA di Alan Altieri si noterà subito la differenza: ben calibrato il secondo quanto stancante e troppo di tutto il primo.

 Edizioni italiane  L'unica edizione italiana è quella in copertina rigida con sovracopertina dell'editore Baldini & Castoldi del 2003. Naturalmente non è più in catalogo e se volete procurarvela dovrete cercare nell'usato.

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