venerdì 17 maggio 2024

Chase – Scomparsa (2022)


Raggiunge appena la sufficienza il nuovo thriller con Gerard Butler, un lavoro forse sprecato per un bravo attore action come lui. Qui a Butler viene rapita, quasi sotto gli occhi, la moglie (Jaimie Alexander) e lui fa di tutto per ritrovarla, anche andando contro la polizia. La storia sostanzialmente è questa, col senno di poi si capisce che una trama non c’è mentre le buone aspettative iniziali suggerivano che in realtà ci fosse chissà cosa sotto. CHASE purtroppo non aggiunge nulla al filone “persona scomparsa” e si rivela un film sciapo, con poca verve sebbene a tratti non manchi la tensione (anche se telefonata). Più che altro sembra che Butler reciti improvvisando, anche se in modo efficace; per il 99% del film la camera gli sta appiccicata, spesse volte anche per tratti senza dialogo che allungano solo i tempi. In tutta evidenza il film intendeva concentrarsi sulla suspense perché l’azione è molto poca, ma l’intenzione risulta soddisfatta solo a metà.
CHASE non è un brutto film: avendo una progressione lineare (la moglie scompare, si trova il colpevole, si tortura e si fa parlare), senza alcune sequenze troppo lunghe (e mute) sarebbe potuto essere un film molto concreto, invece risulta poco incisivo e con l’impressione che duri mezz’ora in più. È comunque un lavoro più che guardabile ma senza che superi la sufficienza.

domenica 28 aprile 2024

Independence Day (1996)


Kolossal di fantascienza commerciale puramente americano, la quintessenza del cinema di genere e della rappresentazione del “potere” a stelle e strisce. Quando astronavi aliene lunghe diversi chilometri spuntano sui cieli di tutto il mondo e iniziano ad attaccare le grandi metropoli, un gruppo di studiosi americani (in primis Will Smith e Jeff Goldblum), tra cui il presidente (Bill Pullman) devono dannarsi l’anima per sconfiggerli.
Di sicuro INDEPENDENCE DAY è un filmone, in tutti i sensi. Due ore e mezza di durata, effetti speciali che probabilmente per l’epoca erano il massimo, settantacinque milioni di dollari spesi per l’intera produzione (guadagnandone, in tutto il mondo, più di dieci volte tanto), un cast numerosissimo e d’eccezione, compresi addirittura interi reparti militari… insomma uno sforzo immane per produrre un film che comunque resterà nella storia del cinema, anche perché è proprio un bel film, ricco di tensione, visivamente valido anche oggi. Certo, visto a ventisei anni di distanza risulta ingenuo, in primis nella scoperta della soluzione per battere gli alieni e nella sua messa in pratica (oserei dire che è impossibile che un espediente come quello potrebbe, nella realtà, funzionare!... e difatti qui il film subisce, secondo me, un calo notevole, e si rialza in parte solo grazie alle scene del climax) ma anche per molti (forse troppi…) punti su cui lo sceneggiatore ha bellamente sorvolato per amor di finzione (e di ritmo), ma alla fine tutto torna e le due ore e mezza volano non senza lasciare qualche brivido di inquietudine nello spettatore.
In INDEPENDENCE DAY, poi, i curiosi di ufologia avranno pane per i loro denti, perché gli sceneggiatori hanno buttato nel calderone un po’ di tutto: Roswell, i servizi segreti, la comunicazione telepatica, i rapimenti alieni, e più di tutti l’Area 51, che nella seconda metà del film svolge un ruolo di primo piano.
Secondo me è un film da vedere anche se non si è appassionati di fantascienza. Si tratta del classico blockbuster commerciale americano, tutto incentrato sulla trama e sugli effetti speciali, e un esempio che non è vero che non si possono rendere simpatici i protagonisti senza doverli sviluppare: il presidente USA Bill Pullman, il Marine Will Smith e lo scienziato Jeff Goldblum non sono personaggi a tutto tondo (come quelli dei pallosi film “mainstream” dove ci viene fatto vedere persino quanti peli hanno sotto le ascelle) eppure risultano simpatetici e lo spettatore fa il tifo per loro. Certo dovrete riuscire ad ignorare l’aria di patriottismo e nazionalismo (e anche di arroganza, diciamolo) che aleggia per tutto il film altrimenti non riuscirete ad andare oltre la mezz’ora di visione. Inoltre, il film lancia un messaggio solo all’apparenza banale: e se tutto ciò succedesse veramente?

martedì 9 aprile 2024

I guerrieri della palude silenziosa (1981)


Un gruppetto di soldati della Guardia Nazionale in uscita per un’esercitazione rimane intrappolato nelle paludi della Louisiana e assalito da invisibili cacciatori cajun.
Nella semplice trama si rispecchia un film lento, molto incentrato sui contrasti tra i diversi membri del gruppo e la paura degli uomini invisibili che gli danno la caccia e che riescono a colpire senza mai dare punti di riferimento, in mezzo agli alberi e agli acquitrini paludosi.
Dal grande Walter Hill ci si aspetterebbe una buona dose d’azione ma in questo film ce ne è poca, c’è più l’occhio al contrasto psicologico (a volte anche fisico), alla paranoia, all’insubordinazione al potere e agli evidenti richiami al Vietnam, ma I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA non spicca mai davvero, nonostante il soggetto molto interessante e potenzialmente foriero di tensione e suspense. Ma qui invece più che altro ci si concentra sugli scontri tra le piccole fazioni che si vengono a creare nel gruppetto dopo il primo assalto e il pericolo dell’assedio viene fatto apparire una questione secondaria e gestito anche in maniera piuttosto rozza. C’è anche da aggiungere che i dialoghi, abbastanza stupidi, non aiutano molto.
Solo il finale della caccia all’uomo all’interno della piccola comunità cajun, con l’ossessionante sottofondo della musica di una festa da ballo, raddrizza un po’ il film.
In tutta onestà mi aspettavo di meglio da Hill (anche in fase di sceneggiatura e dialoghi) e non riesco a comprendere i numerosi commenti positivi che mi è capitato di leggere in giro. Non che il film sia terribile, intendiamoci, ma di certo non è un capolavoro.

martedì 26 marzo 2024

Drive Angry (2011)


Tamarratona americana di dimensioni sesquipedali con un Nicolas Cage che sembra sguazzarci come un topo nel formaggio.
La particolarità (se così possiamo chiamarla) del film sta nel soggetto: Nicholas Cage che ritorna dall’inferno per ammazzare il capo di una setta che gli ha ucciso la figlia e rapito la nipotina neonata per sacrificarla al diavolo. Dietro si porta il contabile dell’inferno, il sempre bravissimo William Fitchner, sguinzagliato da Satana in persona per riportare indietro Cage. Insomma, la trama non è proprio nulla di eclatante ma, come dico sempre, per i film d’azione ciò è quasi sempre un pregio che un difetto. Questa trama da due spiccioli permette così una grande quantità di scene d’azione, con esplosioni, inseguimenti e sparatorie quasi continue e sono poco meno di due ore che scorrono veloci. Certo, non ci sono chissà quali colpi di scena o robe particolari, c’è molta esagerazione anche non necessaria, Nicholas Cage sembra qui più pesce lesso del solito e gli effetti speciali sono osceni (spero e credo volutamente, perché nel 2011 una roba del genere la puoi fare solo se la vuoi fare e ti ci impegni, a meno che quello che si vede non sia il risultato della conversione dal 3D – in cui il film fu girato in originale – al normale formato per tv) però diciamo che il film fila senza dare la necessità di guardare l’orologio. Anche perché il pezzo da novanta arriva subito: ed è, signori, Amber Heard. Nelle centinaia di film che ho visto in vita mia non ho mai visto una roba del genere. Ci sono una miriade di attrici stupende, ma qui Amber è qualcosa che supera ogni immaginazione, credetemi. Ed è il motivo più valido per cui conviene guardare il film, specie se siete maschietti. Tra l’altro, se la cava anche abbastanza bene e sa menare le mani. Al di là del puro aspetto estetico mi sarebbe piaciuto molto vederla in ruoli più d’azione (me la ricordo, se non sbaglio, come femme fatale in 3 DAYS TO KILL con Kevin Costner) invece di rovinarsi vita e carriera.
Tornando al nostro film in oggetto, alla fine lo guardi e lo dimentichi subito, ma per due ore spassionate e con qualche risata credo che DRIVE ANGRY sia una buona scelta.

mercoledì 6 marzo 2024

Detective Stone (1992)


Un film del 1992 ambientato nel futuro (2007) che per noi, adesso, è già passato (e da un bel po’). Avevo da anni questo film in watchlist, convinto che fosse un post-apocalittico, e solo adesso mi son deciso a dargli un’occhiata. Beh, le aspettative non sono state rispettate e mi son ritrovato a guardare un’opera senza particolari arti né parti. A parte il fatto che di post-apocalittico non ha assolutamente nulla, DETECTIVE STONE è un misto tra poliziesco, fantascienza, azione e horror, e in nessuno di questi generi brilla e piuttosto che esaltarsi il misto di generi impallidisce e forse solo il poliziesco rimane. Ed infatti il film è proprio un poliziesco, alla fine della fiera. Il detective Stone (Rutger Hauer) insieme al collega Dick dà la caccia ad un serial killer non umano che sembra vivere nelle fogne di una Londra allagata dal cambiamento climatico. A parte che Hauer non mi piace (qui è evidente che si cerca di sfruttare il successo di BLADE RUNNER), nel film non c’è molto che risalti, anzi: gli effetti speciali e le scenografie risultano visibilmente posticce (e l’aria da film anni 90 forse non aiuta) e il montaggio e la sceneggiatura sembrano rabberciati alla meglio (non viene spiegata l’origine della creatura, non si capisce il perché di tutti quei riferimenti esoterici, non si capisce come faccia il mostro ad uccidere, strappare il cuore alla vittime e fuggire in mezzo alla gente in 3 secondi e senza essere visto, ecc. ecc.). Il finale è stupidissimo (non voglio fare spoiler) e infine la creatura pare un misto tra Predator, Alien e Venom: decisamente molta poca fantasia da parte del designer (che infatti fece parte della troupe per gli effetti speciali di ALIEN 2 e ALIEN 3).
Sì, decisamente mi aspettavo di meglio!

venerdì 16 febbraio 2024

Mechanic Resurrection (2016)


Nonostante quella del “Meccanico” non sia propriamente una saga, MECHANIC RESURRECTION è sicuramente il migliore dei due film. Il primo (Professione assassino, che non ho recensito), sebbene non da buttare via, secondo me è inferiore a questo in oggetto, che invece ha tutti i crismi per essere considerato come “lo stampo” di un film action! Nella sua linearità di trama e nella semplicità dei personaggi c’è già la base, e il resto viene ampiamente colmato da un ritmo serratissimo e da una quantità di azione che non lascia un attimo di tranquillità allo spettatore. Inutile dire che in tutto questo Jason Statham ci si crogiola come un gatto al sole e dimostra, per l’ennesima volta, di essere l’erede definitivo dei migliori attori cult del genere (e non solo di Bruce Willis), sebbene alla fine i suoi personaggi (in questo caso mi riferisco al confronto con il protagonista della saga di Transporter, la quale, sostanzialmente, è una appendice di questa del Meccanico (o viceversa, è uguale)) siano tutti simili tra loro. In RESURRECTION è un assassino prezzolato che rifiuta un lavoro ma il cattivo gli rapisce l’amata (una cazzuta Jessica Alba) e lui è costretto ad obbedire per salvarla. Esiste una trama più action? I tre uomini che deve ammazzare sono tutti inavvicinabili ma la fantasia del Meccanico non ha limiti e tra scene ormai famose (la scalata del palazzo di vetro) e imprese subacquee (dove Jason eccelle, anche in virtù del suo passato personale) il Meccanico fa piazza pulita, ma nella parte finale un cambiamento (dove fa la sua, purtroppo breve, parte Tommy Lee Jones) dirige il film allo spettacolare finale.
Un problemuccio potrebbe essere che MECHANIC RESURRECTION ha non pochi buchi di trama o, se vogliamo chiamarli in altro modo, ribaltamenti del buon senso aiutati da coincidenze un pelo troppo evidenti, ma non è quello che succede in ogni film thriller? Io mi sono divertito un mondo a guardare questo film, dove non c’è un attimo di respiro, e meglio ancora nelle scene dove Statham usa le armi da fuoco.
Insomma, per gli amanti del genere è secondo me un film imprescindibile: non dà nulla al genere e nulla gli toglie, è un film fotocopia di centinaia di altri, ma è fatto così bene ed è così ricco di ritmo che sarebbe un peccato non guardarlo. E poi Jason Statham come protagonista vi assicuro che è una garanzia.

sabato 27 gennaio 2024

Solo 2 ore (2006)


Una caccia all’uomo nel bel mezzo di New York! La protezione di un testimone scomodo alla polizia, che deve essere scortato fino al tribunale, genera un inseguimento tra le strade e i vicoli della Grande Mela e mette in contrasto poliziotti buoni con poliziotti cattivi.
Con un Bruce Willis un po’ insolito (con baffi e capelli!) e un co-protagonista che forse (almeno nel doppiaggio italiano) vorrebbe richiamare un po’ troppo Eddie Murphy (senza riuscirci, ma spesso suscitando più fastidio che simpatia o risate), SOLO 2 ORE è un solido thriller di poliziotti corrotti e testimoni da fermare (leggi uccidere) a tutti i costi, con punte d’azione (stavolta non spettacolare come ci si aspetterebbe dal mito Bruce) e una buona costanza di tensione che, sebbene con qualche basso, tiene bene fino alla fine. È insomma il classico poliziesco americano con i temi cari al genere, che non mancherà di farsi apprezzare dagli amanti del thriller.