martedì 22 marzo 2022

Underwater (2020)


Ah, le minchiate! Quando Hollywood ci si mette d'impegno per confezionarle, non ce n'è per nessuno. UNDERWATER non è una minchiata nel senso tecnico, perchè il soggetto (l'unica cosa buona del film) è interessante (gruppo di tecnici rimane intrappolato da creature mostruose sul fondo dell'oceano), ma in tutti gli altri sensi: non c'è uno straccio di personaggio che sia interessante, e questo può pure andare bene se solo ci fossero ritmo e azione, e invece niente di niente; c'è il solito cameratismo buonista, ci sono le solite battute machiste e d'effetto (quanto le odio...), c'è una mancanza totale di suspense per cui la visione gira a vuoto, c'è la presenza di mostri che per quello su cui il film vorrebbe basarsi dovrebbero fare la parte del leone e invece niente, ma soprattutto c'è una confusione visiva da mal di testa per cui nelle scene di maggior movimento non si capisce MAI cosa stia accadendo. Le citazioni ad Alien e a Lovecraft non riescono di certo a salvare la pellicola dalla noia e dalla generale sensazione di tempo sprecato.
Gli attori poi sono quello che sono, certo la Stewart come la metti metti, anche rasata platinata, è di una bellezza assurda e comunque non se la cava male, Cassel quando fa il buono non mi dispiace, ma per il resto (altre 4 persone) c'è la piattezza totale. La storiella d'amore tra la stagista e uno dei tecnici, poi, nemmeno se la scrivessi io la sceneggiatura saprei farla più banale e inspida, senza contare che in questo contesto è straordinariamente inutile.
Alla resa dei conti UNDERWATER è un'occasione sprecatissimissima, per una volta che le creature lovercraftiane sono espresse benissimo (forse le uniche cose che si salvano del film sono gli effetti speciali e le ambientazioni) sceneggiatori e regista le appiattiscono con una storia dai contenuti insulsi e insapori e per giunta senza dargli il giusto spazio, tanto che i personaggi si trovano a combatterle "tanto per" perchè ci sono veramente pochissime occasioni per vedere come agiscono e reagiscono.
Se volete un consiglio, evitate questo film. Claustrofobico è claustrofobico, ma non basta certo per goderselo.

martedì 8 marzo 2022

Barb Wire (1996)


Recupero d'annata, sebbene sia "soltanto" del 1996 (quindi nemmeno tanto vecchio), questo BARB WIRE con addirittura Pamelona Anderson in versione panterona tutta bocce e tutine in pelle attillate (sennò il bello dove sta) che se ne va a sparare a destra e a manca per riscuotere taglie nel tempo libero e nel frattempo cercare di salvare l'umanità da un virus, il tutto in un'America che sta vivendo la sua Seconda Guerra Civile ed è perciò ridotta quasi un cumulo di macerie (ma non lo fanno vedere). La nostra vive nell'unica città libera, Steel Harbor, dove gestisce una discoteca e dove la Resistenza ha la sua base. Finchè un ufficiale dell'esercito non arriva per catturare una tizia che ha il vaccino salva-umanità...
Insomma, una trashata non da poco ma che tuttavia pare avere quel guizzo di interesse, e infatti nel complesso c'è di che non lamentarsi a patto di tenere molto basse le pretese. La Anderson, di cui praticamente si notano solo le bocce siliconate, visto anche che il viso è quasi sempre nascosto dalla zazzera biondo platino, è qui una ex soldatessa che ammazza un po' di tizi con pistolone come la Desert Eagle, intasca le taglie ma rimane neutrale tra i Resistenti e i Cattivoni. Non granchè come trama, diciamolo, anche perchè c'è un bel po' di confusione specie all'inizio, quando si spiega il perchè succederà quel che succederà, ma il film regge (forse un po' scricchiolando) quasi esclusivamente sulla scenografia post-apocalittica, in particolare quella urbana ricca di vicoli, neon, capannoni abbandonati e acciaio arrugginito, e l'atmosfera cupa e molto noir. Poi c'è anche quel pizzico di esagerazione scenografica che in film come questo non può mancare, tipo i soliti guerrieri vestiti nei modi più improbabili e le macchine corazzate, e infine un cattivo che è cattivo e basta.
Insomma, una buona dose di bang-bang senza molto di solido dietro, ma BARB WIRE anche se è quel che sembra (cioè una trashata americana anni 90, una specie di B movie a metà tra film tv e puntata di telefilm) è altrettanto vero che ha un certo fascino thriller-techno-noir, un po' futuristico (è ambientato nel 2017), un po' fantascienza, un po' fanta-politica che si fa guardare giusto per togliersi uno sfizio ma che non farà rimpiangere l'oretta e mezza di visione.