domenica 20 agosto 2023

L'algoritmo bianco (Dario Tonani, 2009, Mondadori Urania)


Sarò sincero: a me la fantascienza classica non piace. Non parlatemi proprio di viaggi interstellari, di pianeti colonizzati, di lotte tra astronavi, di civiltà aliene supertecnologizzate, di robot e cose così. Ma datemi una terra post-apocalittica, un futuro tecnologico al collasso o devastato da epidemie o altre cause da fine del mondo oppure una buona distopia a piacere e mi farete felice, meglio ancora se tutto mescolato con del sano e cinico noir/hardboiled. Questa è la fantascienza che adoro, e ci ha pensato Dario Tonani ad aggiungere un altro tassello a questo sub-genere che non è molto facile da trovare in giro. "L'algoritmo bianco" è proprio ciò che cercavo: un cyber-hardboiled venato di noir, due racconti lunghi ambientati in un futuro prossimo dove tutti sono online e tutto si fa online. Qui a fare la parte del leone è proprio l'ambientazione (per il mio modo di vedere la narrativa: senza una buona ambientazione non c'è storia) e Tonani riesce a renderla così vividamente e con tanta abilità da maledire il momento in cui si volta l'ultima pagina. Una Milano devastata anche lei nel corpo e nello spirito, butterata e decrepita, tecnologica ma allo stesso tempo vuota e senz'anima. Moffa, il protagonista, vi si muove con destrezza, alla ricerca di due tizi da far fuori. La trama è ricca di azione (e questo non è un punto a favore, sono 1000 punti a favore!!!), anche se a volte un po' dispersiva, e la scrittura è tagliente, veloce ed evocativa, con echi del primo (perché l'ultimo è quasi illeggibile) Altieri che è possibile trovare qua e là. E poi Tonani ha avuto anche il merito di aggiungere la ciliegina sulla torta: l'ambientazione della seconda storia in una città fantasma, Picta (una specie di Pripyat mescolata con Silent Hill), rendendo felice me, che ADORO le città fantasma!
Che dire, a questo punto: bravissimo Dario, e spero che Moffa ritorni presto!

 Edizioni italiane  Una sola edizione di questo libro, pubblicata in brossura da Mondadori nel 2009 nella collana Urania (n. 1544). Fuori catalogo, si può trovare nell'usato.

Desperado (1995)


Caciarone ed esageratissimo pulp action nel classico stile di Robert Rodriguez e del suo sodale Quentin Tarantino (che nel film ha un breve parte come corriere della droga). Nel ruolo di protagonista c’è quell’Antonio Banderas che non sono mai riuscito ad inquadrare come attore (credo abbia fatto di tutto, tranne il western – no, Zorro non è western!!!) ma che per i film d’azione mi pare adattissimo (e ne ha fatti di interessanti, infatti). In DESPERADO Banderas è un mariachi a caccia del boss della droga che gli ha ammazzato la fidanzata e rovinato la mano con un colpo di pistola. Siamo in pieno Messico “western” (niente villaggi però, solo una normale cittadina d’oggi) e la caccia, così come la trama, è tanto semplice che infatti il film è praticamente una sparatoria lunga 1 ora e tre quarti, infarcita delle divertenti ed esageratissime americanate (corpi che volano, armi che si scaricano solo dopo aver sparato un milione di proiettili, granate che esplodono con la potenza di bombe nucleari, custodie di chitarra che sparano missili), piacevoli senz’altro ma un po’ troppo incredibili quando si vede che nessuno spara mai quando il bersaglio è inoffensivo e, quando lo fa, non lo becca mai neanche con scariche di mitra. Non mancano nemmeno secchiate di sangue, tanto che in fase di montaggio furono tagliate un certo numero di uccisioni, probabilmente per evitare una censura più pesante (il film è vietato ai minori). A parte ciò, DESPERADO è un prodotto per i veri appassionati sia di action che di Rodriguez, e mi pare che il film sia il remake ad alto budget (circa 7 milioni di dollari) del primo film del regista (El Mariachi, 7 mila dollari) risalente ad appena tre anni prima. DESPERADO incassò circa quattro volte il budget speso e lanciò definitivamente Rodriguez nell’Olimpo dei registi di genere cult, specializzato in B-movie ricchi di sangue, morti e azione (Dal tramonto all’alba, Grindhouse, Machete, ecc.).
Nel cast del film ci sono anche Danny Trejo (immancabile), Steve Buscemi e una giovane Salma Hayek.

giovedì 3 agosto 2023

Rabbit Hole (serie tv 2023, 8 episodi)


Bellissima scoperta questa miniserie tv con protagonista “mister 24 ore” Kiefer Sutherland. Si tratta di una complessa vicenda di spionaggio, ricchissima di intrecci, con una trama da thriller al cardiopalma così ben congegnata che le scene d’azione necessarie sono ridotte a non più di due o tre. È una serie modernissima perché fa perno su tutto ciò che attualmente è al centro non solo del dibattito “social” ma anche all’interno delle comunità di intelligence (sia private che governative), ossia la mercificazione dei dati personali del “popolo”. In questo contesto si muove il bravo Kiefer che, da capo di un’azienda di servizi diciamo di pubblicità “aggressiva” (fino a spingersi alla truffa), viene incastrato in un complotto a scala nazionale dove un burattinaio sta facendo ferro e fuoco per prendere possesso informatico dei dati di tutti gli abitanti degli Stati Uniti e poter così controllare ogni cosa (dal governo in giù) obbligando Kiefer a scappare, braccato da polizia, FBI e mercenari e buttandolo in una spirale di paranoia dove niente è quel che sembra (per noi e per lui). E così RABBIT HOLE contiene elementi molto affascinanti: uomo in fuga, protagonista che non distingue tra realtà e finzione e cade nella paranoia (non aiutata dal suo passato), spionaggio aziendale, cyber sicurezza, controllo quasi totale (tipo Grande Fratello) e personaggi ambigui che potrebbero rivelarsi pericolosi da un momento all’altro. Insomma, una bella sferragliata attraverso otto episodi densissimi, con colpi di scena e capovolgimenti a secchiate, personaggi intriganti (ancor più perché alcuni non si vedono se non quasi fino alla fine) e un Kiefer Sutherland calato a pennello nel suo ruolo.
RABBIT HOLE non è una serie d’azione ma una spy-thriller con tanta adrenalina (chi ha detto che non si può fare senza far piovere piombo caldo a manetta?) e un livello di tensione sempre alto, perfetta per chi adora gli intrighi politici spruzzati di ricatti, mercenari informatici e non, complotti e cacce all’uomo (e alla donna).
Consigliata assolutamente!