venerdì 24 marzo 2023

A 30 secondi dalla fine (1985)


Un film di cui avevo letto bene è questo. Purtroppo però, nonostante alcuni elementi (come l’evasione e l’ambientazione) mi interessassero molto, non vi ho trovato nulla di eccezionale. Un rapinatore di banche (Jon Voight) fugge da un carcere di massima sicurezza in Alaska insieme ad un altro detenuto (Eric Roberts) e si imbarca su un treno merci che però rimane presto senza macchinista e lanciato a 90 miglia l’ora. Il tutto mentre il direttore del carcere dà la caccia ai due fuggitivi.
Se l’idea di base è affascinante per un film d’azione, alla lunga risulta priva di interesse, anche perché i due protagonisti non si trovano ad affrontare chissà quali ostacoli se non quello principale di non poter passare alla locomotiva di testa, e quindi per la maggior parte del film si ritrovano chiusi in un vagone ad aspettare che qualcuno delle ferrovie riesca a fermare il treno (dopo averci messo un po’ a capire che qualcosa non andava…). È vero, c’è una tormenta di neve a rendergli la vita difficile ma non abbastanza da creare tensione sufficiente a rendere la visione del film interessante. Possibili ostacoli che potevano essere una vera sfida si rivelano poi nulli (come quello del ponte o dell’impianto chimico), così come le eventuali conseguenze di una situazione potenzialmente mortale (per esempio non c’è il pericolo che muoiano troppe persone, perché il treno corre attraverso una regione disabitata, dove ci sono solo neve e ghiaccio). È pure difficile identificarsi con i personaggi.
Alla fine le uniche cose che spiccano del film sono l’interpretazione di Voight e il classico tema del “crimine non paga” ma anche della vendetta (il duello ossessivo tra Voight e il direttore del carcere).
Sulla falsariga di A 30 SECONDI DALLA FINE è sicuramente meglio Unstoppable – Fuori controllo con Denzel Washington: gran bel thriller basato su un treno impazzito e inarrestabile dove tensione e azione sono amalgamate alla perfezione e soprattutto la posta in gioco è infinitamente più alta (treno in piena zona abitata).

domenica 12 marzo 2023

Distretto 13: le brigate della morte (1976) + Assault on Precinct 13 (2005)


Distretto 13: le brigate della morte (1976)

Nonostante sia considerato un film cult degli anni 70, del grande John Carpenter, devo dire di non esserne stato molto entusiasta. Fondamentalmente non c’è trama e tutto ciò che appare è un evidente (peraltro dichiarato dallo stesso regista) remake di Un dollaro d’onore (un poliziotto e un paio di criminali assediati in un commissariato di polizia da un numeroso branco di teppisti armati): infatti Carpenter voleva girare un western ma il basso budget della produzione non glielo permise, così si ingegnò a creare una storia contemporanea che somigliasse molto ad uno dei capisaldi del genere della frontiera. Il risultato non è da buttare, con il martellante tema della violenza criminale in America (una costante nei thriller degli anni Settanta e Ottanta) e una colonna sonora da videogame dei primi anni Novanta, però la scena finale è improponibile e rovina buona parte del film: non è credibile che due tizi nascosti (e quasi disarmati) dietro un’insegna di legno non vengano sopraffatti da un’orda di criminali armati di spranghe e pistole, anzi ne uccidano molti semplicemente sventolando un pezzo di legno, e il tutto non viene certo aiutato da uno stacco di montaggio, che risulta raffazzonato. Però la breve durata (appena 90 minuti) gioca a favore del film ed evita di farlo girare su se stesso con scene tutte uguali. Ad ogni modo, per gli amanti dei cult anni Settanta è sicuramente un film da vedere.



Assault on Precinct 13 (2005)

Questo è il remake in chiave moderna di Distretto 13, girato nel 2005 con protagonista il bravissimo Ethan Hawke. La storia è simile ma non è uguale all’originale, sia nelle motivazioni degli assaltatori che nei personaggi che nell’ambientazione: infatti questa è una storia di poliziotti corrotti che vogliono uccidere un supertestimone-gangster (Laurence Fishburne) tenuto prigioniero nel carcere del piccolo commissariato, mentre fuori infuria una tempesta di neve e dentro la stazione di polizia i personaggi sono più numerosi rispetto al film originale. Anche il finale è diverso, anzi molto diverso. Ovviamente in questo remake c’è molta più azione e c’è un assalto molto più movimentato rispetto a quello decisamente più blando del primo film e, cosa da sottolineare, l’ambientazione è spettacolare e aumenta il senso di disagio e di pericolo degli assediati, incapaci di scappare. Il senso di freddo è incrementato dalla fotografia tutta giocata sul blu e sul nero del buio. Certo, ASSAULT ON PRECINCT 13 non è (e non sarà) cult come il suo ispiratore eppure credo che sia uno dei pochi remake che, pur rimanendo in linea di massima fedele al primo, riesce ad aggiornarlo, ad essere originale e molto più frizzante e ricco d’azione. Di sicuro sono da vedere entrambi, rigorosamente uno dietro l’altro!